Business Intelligence 2.0 secondo IBM

In occasione del lancio della nuova versione di DB2 Data Warehouse Edition (atteso per il 13 Giugno), IBM ha organizzato degli eventi su Roma e Milano per presentare a clienti e partner i prodotti e le strategie 2.0 studiate da Big Blue per il mercato della Business Intelligence.

La declinazione 2.0 della BI offerta da IBM parte dal superamento di due dei principali limiti della Classic Business Intelligence: accesso on-demand e distribuzione delle informazioni in maniera pervasiva all’interno della struttura aziendale in modo da supportare tutte le attività lavorative (decisionali e operative) e la possibilità di integrare fonti di informazione strutturate e non strutturate nel processo di costruzione di un sistema di data warehousing. Entrambi gli aspetti costituiscono istanze di innovazione la cui necessità pratica è sempre più avvertita dagli utenti stessi

http://www.youtube.com/watch?v=qy7MCu-FhKk

Il valore che le informazioni raccolte in un Data Warehouse possono assumere integrandole nei processi aziendali sia di carattere decisionale che operativo è immediatamente riscontrabile nel progetto condotto da IBM per il NYPD: il Real Time Crime Center. Il progetto (dal punto di vista business) è perfettamente illustrato nello spot pubblicitario (vedi sopra) che è stato proiettato durante l’evento (e che per la cronaca viene distribuito in rete sia tramite YouTube che attraverso Joost).

L’architettura implementata è particolarmente ricca di componenti software (come si addice ad un progetto di tale complessità), ma la parola d’ordine che è alla base del progetto è una: dynamic warehousing; ossia la capacità di estrarre, integrare ed elaborare informazioni provenienti da sorgenti informative eterogenee in real-time, combinandole con le informazioni già storicizzate e memorizzate nei diversi data mart. Di fatto gli stessi processi di information integration che intervengono nell’alimentazione del sistema di warehousing possono essere utilizzati sotto forma di servizi on-demand. Il paradigma architetturale è quello SOA, il che consente di integrare i servizi di BI all’interno dei sistemi OLTP combinando le informazioni di questi ultimi con quanto elaborato a partire dai dati storci che da questi provengono.

Per quanto riguarda l’utilizzo di fonti dati non strutturate al momento si è parlato esclusivamente della gestione ottimizzata di DB2 per i documenti XML (ricadendo quindi nelle fonti semi-strutturate): di fatto sono stati rispolverati gli storici database gerarchici che meglio di un sistema relazionale riescono a rappresentare un documento XML. E’ però già in fase avanzata lo sviluppo di strumenti che siano in grado di indirizzare la gestione di fonti dati non strutturate (come e-mail e documenti testuali) il cui rilascio è programmato per la seconda metà dell’anno.

A margine dell’evento c’è stato modo anche di scambiare quattro chiacchiere a proposito delle possibili future acquisizioni di IBM nel settore. La tendenza dimostrata dai giganti mondiali dell’IT (Oracle e Microsoft in testa) è quella di completare, mediante acquisizione, le proprie suite di prodotti in modo da coprire tutti gli ambiti: dbms, back-end, front-end, gestione dei metadati, qualità dei dati, data mining, ecc. In quest’ottica la lacuna più evidente nell’offerta IBM è nell’area front-end dove manca un prodotto di analisi dati interattivo e orientato all’utente finale come possono essere quelli offerti da Cognos o Microstrategy o dalla stessa Business Objects. Con il progressivo ridimensionamento (causa acquisizioni) del numero di soluzioni “neutrali” (ossia esterne alle suite di prodotti già integrate) disponibili sul mercato può diventare progressivamente più difficile creare quelle accoppiate vincenti fra prodotti di vendor diversi (il best-of-breed non va più di moda), specie se i competitor possono (o potranno) contare su una integrazione e una sinergia totale fra i diversi strumenti della suite. IBM (almeno ufficialmente) non pare essere di questo avviso e si sta concentrando sopratutto nel migliorare costantemente la propria offerta nel settore infrastrutturale (DBMS) e dei servizi ad esso collegati. Vedremo quanto siano infondate le voci che circolano riguardo possibili acquisizioni (con Cognos in pole-position) da parte di IBM.

2 Replies to “Business Intelligence 2.0 secondo IBM”

  1. In questo genere di eventi è difficile districarsi dalla fuffa commerciale per capire quali dei componenti presentati saranno effettivamente utili per un progetto.

    Qual è stata la tua sensazione: hype o ciccia?

  2. Credo che i limiti architetturali dei sistemi di data warehousing “classici” comincino a venire a galla. L’esigenza di rispondere a requisiti differenti dal solito cruscotto direzionale per il top management è una realtà , così come lo è la necessità di gestire informazioni non strutturate. Penso che le sfide che la BI 2.0 si sta ponendo siano reali; per le soluzioni tecnologiche i vendor si stanno ancora attrezzando (rincorrendosi vicendevolmente).

    L’adozione di standard tecnologici e architetture aperte (tipo SOA – Web Services) sono un ottimo punto di partenza per realizzare sistemi informativi integrati nelle loro diverse anime: sistemi operazionali, data warehouse, sistemi di analisi dati, CRM, ERP, ecc. L’introduzione di un nuovo modello architetturale e di nove tecnologie offre lo spunto per innovare i sistemi di BI andando anche a ridefinirne i ruoli e gli obiettivi.

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