Dati Auditel 2006 : la TV perde nel prime time

In questa settimana sono stati resi pubblici i dati Auditel relativi agli ascolti televisivi per l’intero anno 2006. L’occasione è propizia per riprendere, in chiave italiana, i ragionamenti sul crescente uso di Internet e il concomitante calo degli ascolti televisivi negli USA, offrendo anche una parziale risposta alle richieste di dati circa il presunto calo degli ascolti televisivi in Italia formulate, fra gli altri, da Tommaso Tessarolo in risposta alle analisi da me proposte.

Rimandiamo per il momento la discussione puntuale dei dati disaggregati per fascia di età e per emittenza (Rai, Mediaset, satellite, digitale terrestre, ecc.) e limitiamoci a considerare il numero medio di telespettatori che si stima abbiano usufruito del mezzo televisivo. Dal confronto con i due anni precedenti i consumi televisivi non sembrano affatto in crisi: si registra infatti un calo dell’0,6% rispetto al 2004 e un incremento dello 0,2% rispetto al 2005. Il dato più interessante viene però dalla distribuzione per fascia oraria. Nelle fasce orarie con un maggior numero di ascoltatori (quelle che vanno dalle 18:00 alle 20:30 e dalle 20:30 alle 22.30) si registra un calo complessivo, rispetto al 2004, del 2,6% (con un picco negativo del 2,8% concentrato nel prime time). Dal 1998 al 2004 l’andamento del numero medio di ascoltatori della fascia 18:00-22:30 ha avuto un trend di crescita tendenziale che sembra essersi invertito con il 2005 e il 2006.

Dati Auditel 2005

La fascia presa in considerazione è di particolare interesse in quanto corrisponde alla fascia oraria in cui il mezzo televisivo entra in diretta competizione con Internet (almeno per chi nelle fasce orarie precedenti è al lavoro e quindi non ha occasione di usufruire del mezzo televisivo). Le stesse motivazioni sono alla base della scelta di considerare tutte le emittenze televisive (incluse quelle satellitari e il digitale terrestre) così da filtrare gli effetti della penetrazione del mercato da parte delle emittenze satellitari e avere un indicatore che comprendesse tutta l’offerta nazionale del mercato televisivo.

Altrettanto interessante è il calo registrato dalla penetrazione di mercato (calcolata come rapporto fra i telespettatori stimati dall’Auditel e la popolazione italiana sopra i 4 anni di età stimata dall’ISTAT): tale livello, calato di circa 1,5 punti percentuali rispetto al 2004, è sceso ad un valore inferiore a quello registrato nel 1998. Quanto di questo calo sia effettivamente riconducibile ad un maggior utilizzo di Internet non è facile a dirsi. Come dato comparativo vale la pena citare lo studio di Federcomin sullo stato della Società dell’Informazione che segnala un incremento nei collegamenti a banda larga del 44,4% fra il 2004 e il 2005. Un salto dai 4,7 ai 6,8 milioni di linee ad alta velocità, che ha portato al 64% la quota di utenti che dispongono di uno strumento sostanzialmente diverso dall’Internet a 56K. La diffusione della banda larga infatti consente la fruizione di servizi incentrati su contenuti audio e video che rendono di fatto Internet un canale alternativo alle emittenze tradizionali non solo come mezzo di distribuzione dei contenuti ma anche in termini di modalità di utilizzo del servizio.

4 Replies to “Dati Auditel 2006 : la TV perde nel prime time”

  1. Analisi molto interessante. Mi sorge però un dubbio: io tutte le serè guardo i titoli dei telegiornali. Però, mentre una volta dopo cena sprofondavo nel divano e tentavo almento di guardare un programma (non sempre ci riuscivo ma spesso si), adesso passo direttamente al PC. Temo che se la metrica è “il numero medio di telespettatori che si stima abbiano usufruito del mezzo televisivo” io ci entravo prima e ci entro tuttora. Non esiste una metrica che dia un’idea dell’intensita di utilizzo? La mia sensazione è che i risultati evidenzierebbero un trend molto più netto, soprattutto nella fascia di età considerata. Sarebbe anche interessante vedere cosa succede alla sola TV generalista FTA (senza satellite, DVB-T e IPTV). E’ possibile?

  2. La tua riflessione mi consente di chiarire meglio la natura dell’indicatore utilizzato che nella descrizione pubblicata può effettivamente essere fraintesa.
    La metrica utilizzata è il numero medio di telespettatori per minuto, che viene calcolato da Auditel come “rapporto tra la sommatoria dei telespettatori presenti in ciascun minuto di un dato intervallo di tempo e la durata in minuti dell’intervallo stesso”. Quindi il fatto che tu abbia ridotto (come molti) il numero di minuti dedicati alla televisione nella fascia selezionata (18.00 – 22.30) incide sull’indicatore andando a ridurre il numeratore (mentre il denominatore del raporto resta costante).
    Per quanto riguarda i dati della sola TV generalista (considerando Rai, Mediaset, la 7, ecc.) il calo nel prime time è decisamente superiore, intorno al 4,7% nel raffronto 2004-2006 .

  3. Grazie, mi è chiarissimo. Allora è’ meno peggio di quanto pensassi.
    Comunque il trend è segnato: se la media si contrae, immagino che se guardassimo la fascia 15-25 anni il declino sarebbe molto più pesante, il significa che andando avanti può solo peggiorare…(i figli crescono, i vecchi muoiono….)

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