Qualche giorno fa un mio amico e collega, sapendo del mio specifico interesse professionale per la gestione di metadati in progetti di Business Intelligence, mi ha segnalato l’intervento di Marianne Faro (European information manager della Nike) alla Gartner Business Intelligence Summit in cui veniva presentata la nuova strategia di Nike per la Business Inteligence. Nell’intervento vengono evidenziate, fra l’altro, le difficoltà che Nike ha incontrato nell’analisi integrata dei dati provenienti da diverse strutture aziendali distribuite geograficamente; in particolare
parte della difficoltà sta nel come parti differenti del business usavano i termini in modi diversi per i rispettivi report. Nike sta quindi creando un dizionario comune dei termini, per standardizzarli.
Il caso vuole che proprio in questi giorni stia lavorando alla creazione di un Glossario di Metadati per un sistema di supporto decisionale (DSS) di un importante istituzione pubblica il cui scopo è quello di fornire definizioni condivise per i principali termini di business in uso presso l’amministrazione. Il DSS in questione è basato su un Data Warehouse a due livelli con molteplici Data Mart costruiti iterativamente nell’arco di diversi anni. Il progetto ha coinvolto bacini d’utenza distinti con un lessico solo parizialmente comune: a volte i medesimi termini sono utilizzati con significati differenti cui possono corrispondono regole di business differenti.
La costruzione di un glossario comune pone ora il problema di condividere le definizioni fra i diversi utenti. Per supportare questo processo si sta valutando l’ipotesi di predisporre un wiki ad uso interno, inizializzato con le voci comuni e le definizioni più diffuse, lasciando ai diversi utenti il compito di dettagliarle e correggerle. Questa modalità “collaborativa” per il raffinamento dell’analisi attraverso un coinvolgimento diretto degli utneti consentirebbe (a patto di riuscire a coinvolgere realmente gli utenti nel processo di revisione e correzione) di giungere ad una definizione condivisa dei processi, dei concetti e delle relative regole di business.
Naturalmente le informazioni raccolte dovranno comunque essere formalizzate attraverso un proceso di analisi per essere “tradotte” in specifiche funzionali, tuttavia tale processo di formalizzazione risulterebbe assai agevolato dalla disponibilità di una descrizione organica e coerente della così detta “realtà di interesse”.
Relativamente al coinvolgimento diretto degli utenti nella definizione delle regole di alimentazione di un data warehouse, alcuni spunti di riflessione interessanti sono offerti dall'articolo di Mark Rittman in cui (in maniera un po’ avveniristica/semplicistica) si propone la definizione di un ambiente di front-end, destinato all’utnete finale, per la definizione delle procedure di aliemntazione.