Con l’inizio del nuovo anno è naturale chiedersi come sarà questo 2007. Se le cartomanti televisive e la stampa specializzata si sono concentrate su amore, fortuna e denaro tralasciando il mercato della Business Intelligence, proverò io a fare il punto con l’aiuto di alcuni consulenti d’eccezione.
Il mercato della Business Intelligence ha confermato anche quest’anno il trend di crescita che ha caratterizzato gli anni passati. Gli studi condotti da diversi istituti di ricerca sull’interesse crescente dei top manager (e dei CIO in testa) per la BI trovano riscontro anche nei dati di mercato relativi alla vendita di prodotti software per la realizzazione di sistemi di Business Intelligence, come confermato anche dalle analisi di Helena Schwenk (Senior Analyst per Ovum’s Technology Group):
A number of high-profile industries’ surveys continue to rank business intelligence (BI) as one of the top priorities for CIOs over the next year, which is borne out by the healthy and robust growth rates of the BI platform market in the last 12–18 months in comparison to other segments of the software market.
I principali driver di crescita per il 2007, sempre secondo Schwenk, sono riconducibili a tre obiettivi aziendali: ridurre l’esposizione al rischio, ridurre i costi ed aumentare il proprio posizionamento competitivo. Obiettivi classici per sistemi di supporto decisionale orientati al top management e alle funzioni di marketing strategico e controllo di gestione.
Il mercato dei prodotti di BI per il 2006 al livello world-wide è quotato fra i 5.3 e i 5.5 miliardi di dollari; l’Europa occidentale si attesta intorno ai 2 miliardi di dollari di cui 1.1 sono distribuiti fra i primi quattro stati: Regno Unito, Germania, Francia e Italia. Includendo la consulenza, i professional services, e gli altri servizi collegati al mondo della Business Intelligence, il volume d’affari risulta quintuplicato. Le stime di crescita, presentate da Keith Gile (già Principal Analyst per la Forrester e ora in forze a Business Objects come Strategic Advisor) durante il ciclo di eventi organizzati da BO in chiusura del 2006, prevedono di raggiungere gli 8 miliardi di dollari nel corso dei prossimi tre anni per la sola vendita di prodotti software dedicati alla BI. Si realizzerebbe pertanto un tasso medio di crescita annuo di circa il 15%, ben superiore all’attuale 10% registrato nel 2006.
Secondo Gile stiamo infatti assistendo (e partecipando) ad un processo di rinnovamento del settore che porterà ad un livello di pervasività dei servizi di supporto decisionale che coinvolgerà sempre più l’intera struttura aziendale. I driver principali di questo cambiamento, a suo avviso, sono tre:
- integrazione e standardizzazione – le aziende pullulano di strumenti di analisi OLAP, query&reporting, ecc. così come proliferano i sistemi di data warehousing. La tendenza registrata è quella di concentrare sempre più i dati in un unico Enterprise Data Warehouse e ridurre il numero di strumenti di analisi per facilitare l’interoperabilità e lo scambio di informazioni fra diverse funzioni aziendali. L’indicazione fornita da Gile è di ridurre il numero di prodotti senza necessariamente affidarsi ad un solo vendor passando da 8 a 3 o da 4 a 2 diversi strumenti di analisi.
- ampliamento del bacino di utenza – gli strumenti di supporto decisionale sono in gran parte dedicati ai vertici della piramide aziendale; tuttavia un gran numero di decisioni operative (un numero superiore per diversi ordini di grandezza) vengono prese nei livelli inferiori della piramide. Tali decisioni, singolarmente di impatto limitato, hanno un effetto aggregato considerevole sui risultati aziendali essendo in gran parte decisioni che agiscono nella fase di attuazione del business sia al livello operativo (processi di produzione, delivery, ecc.) che commerciale (CRM operativo, contact center, ecc.). Tali attività decisionali richiedono come supporto la disponibilità di dati aggiornati tempestivamente e di dettaglio, spesso integrati con analisi storiche e dati di sintesi (es. life time value di un cliente).
- sincronizzazione fra pianificazione strategica e operatività – una delle maggiori difficoltà nell’attuazione di una strategia di business consiste nel trasferire e tradurre gli obiettivi strategici definiti dal management (spesso con il supporto di sistemi di BI) ai livelli operativi. Molti sforzi nell’estensione degli strumenti di BI verso i livelli inferiori della piramide aziendale saranno concentrati su tale sforzo di sincronizzazione fra pianificazione strategica e operatività dell’azienda.
Uno spunto interessante in tal senso è offerto dalla ricerca condotta da BuzzBack Marcket Research per conto di Teradata. Dai dati raccolti dallo studio condotto intervistando 1.200 manager appartenenti a imprese di differenti dimensioni e mercati dislocate in 23 paesi, è emerso che il 68% degli intervistati percepisce un incremento del numero di decisioni prese quotidianamente e che il 37% è favorevole a distribuire informazioni rilevanti lungo la catena di controllo per migliorare l’efficacia delle decisioni prese in prima linea. Bob Fair (CMO di Teradata) ha commentato i risultati del sondaggio sottolineando come la necessità di strumenti di supporto decisionale si stia estendendo dal top management alla front-line dell’impresa:
Daily decisions at the front lines add up to become a significant force in the success of the entire business. It becomes clear that critical business decision-making is being extended up, down and across organizations. These findings support what we call active enterprise intelligence. Companies can now use their enterprise data warehouses to support both strategic and operational intelligence and ensure that the entire organization consistently executes against strategy. The result is better smarter decisions for competitive advantage.
Fra i software vendor i cui risultati del 2007 saranno di maggior interesse c’è sicuramente Oracle che è stata protagonista, nel corso del 2006, di una importante serie di acquisizioni, fra cui quella di Siebel, che ha portato al ridisegno dell’intera offerta Oracle per la Business Intelligence. Sarà interessante vedere se la sinergia derivante dalle diverse acquisizioni consentirà ad Oracle di rafforzare la propria posizione in tale settore come previsto da Dan Vesset (Research Director di IDC)
The PeopleSoft and Siebel acquisitions will have an impact on Oracle’s presence in the broader business analytics market, enhancing Oracle’s position in end user focused tools and applications. This is a net gain to Oracle and is significant because these [BI tools and analytic applications, n.d.r.] are fast-growing markets.
Altrettanto interessante sarà vedere l’effetto del lancio della nuova piattaforma integrata Microsoft per la Business Intelligence, PerformancePoint Server, annunciata per l’estate del 2007. Microsoft può contare su una formidabile testa di ponte per penetrare il mercato: Excell e la suite Office. Excell rappresenta da sempre il principale antagonista di ogni tool di analisi dati con cui tutti i competitor hanno scelto di allearsi (fornendo varie modalità di integrazione).
Le innovazioni tecnologiche sono uno spunto fondamentale per mantenere vivo e far crescere il comparto della Business Intelligence e il fatto che i primi 10 vendor coprano solo il 68% del mercato è un indice significativo di come la competizione in questo settore sia ancora molto accesa e di quanto spazio ci sia per proporre soluzioni innovative anche da parte di player minori (magari con la speranza di essere a loro volta acquisiti). Vedremo quali sorprese ci riserverà in tal senso questo 2007.